Non indossava la maglia dell’Athletic Terni ma quella della sua nazione, l’Uganda, ma la società umbra può festeggiare per la medaglia di bronzo conquistata ai mondiali da Munyo Solomon Mutai. Una maratona quella corsa a Pechino (partita alle 1.35 italiane) che ha emozionato i tanti appassionati italiani che hanno seguito la gara in diretta. Sole, clima elevato, umidità e smog hanno reso la gara difficilissima e ne hanno fatto le spese soprattutto i favoritissimi kenyani Wilson Kipsang Kiprotich e Dennis Kimetto (entrambi ritirati). Hanno brillato gli azzurri con Ruggero Pertile quarto a quasi un minuto dal podio e Daniele Meucci: il campione europeo è finito ottavo condizionato da un problema intestinale. Ma ha brillato soprattutto l’ugandese Munyo Solomon Mutai. Corsa leggera, tattica accorta, il minuto alfiere dell’Athetic Terni era sconosciuto ai più ma a Pechino ha fatto capire di che pasta è fatto e di essere atleta da grandi appuntamenti (lo scorso anno fu quarto a Londra ai Giochi del Commonwealth).

Mutai sembrava destinato a fare da scudiere a Stephen Kiprotich, campione olimpico a Londra e mondiale due anni fa, alla fine sesto, ma intorno al 30esimo chilometro si è mosso con l’eritreo Ghirmay Ghebreslassie e l’etiope Yemane Tsegay (l’unico dei favoriti che non ha tradito) per chiudere il gap sul sorprendente alfiere del Lesotho, Tsepo Ramonene (14esimo al traguardo). E con Ghebreslassie involato verso la medaglia d’oro, Mutai ha provato nel finale a colmare il gap con Tsegay ma alla fine si è messo al collo un meraviglioso e inatteso bronzo. Un risultato storico per l’Athletic Terni, unica società civile in Italia a poter contare su propri atleti medagliati ai campionati del mondo Iaaf (Mutai) e Ipc (nel 2013 Alessandro Di Lello fu oro nella categoria T46, disabilità agli arti superiori).

Ventitre anni da compiere il prossimo 22 ottobre, Mutai è tesserato da questa stagione con l’Athletic Terni. Quest’anno ha portato a 2h10’42” il suo primato personale ad Hannover.  Grande la soddisfazione del presidente Francesco Corsetti e del suo staff per l’impresa del loro campione.