Edoardo Crisostomi si piazza al 12esimo posto alla 24 ore di Torino, l’ultramaratona a base di fatica e chilometri organizzata dal Club Super Marathon Italia al Parco Ruffini e giunta alla sedicesima edizione. Obiettivo: ripetere per un giorno intero il circuito interno al parco della lunghezza di 1.013 chilometri. Chi percorre più chilometri vince la 24 ore più antica d’Italia.
Un parterre di primissimo livello per la gara riconosciuta con la Bronze Label IAU (International Association of Ultra Runners). A dare il via agli oltre 300 partecipanti il presidente della Fidal, Stefano Mei, campione europeo dei 10.000 metri a Stoccarda nel 1986. Oltre alla prova regina sulle 24 ore, era prevista anche una prova di 8 ore, una 100 chilometri, la 50 miglia e la 100 miglia, che assegnavano i titoli italiani di specialità.
Crisostomi ha corso 153 chilometri, classificandosi in 12esima posizione generale e primo nella categoria SM-A. Nell’albo d’oro dell’ultracorsa entrano due nuovi nomi: la vittoria della prova regina sulle 24 ore è infatti andata alla torinese Michela Ruzza (G.S. Interforze Torino) con 166,175 chilometri, profeta in patria visto che si allena proprio al Parco Ruffini, e all’inglese Daniel Hawkins (Ac Newbury) che ha provato a battere i 277,439 chilometri fatti segnare dal suo connazionale Robbie Britton alla 24 ore di Torino del 2023.
Dopo una serie impressionante di passaggi nelle prime 12 ore, con il cronometro bloccato su 4’57” al chilometro, la sua media durante la notte è leggermente calata e così Hawkins poco prima delle 6 del mattino ha deciso di abbandonare la contesa con 222,860 chilometri all’attivo. Da segnalare anche la prestazione dell’ulramaratoneta più anziano in gara, l’85enne Antonio Cernuschi (Bergamo Stars Atletica) che ha macinato 81,040 chilometri.