“Le gambe bruciano, il fiato si fa corto, inizi a sentire freddo, ti fai coraggio, provi ad allungare un po’ poi recuperi, poi rallenti ancora, poi di nuovo allunghi…..ma alla fine ce l’hai fatta, un bacio al cielo, apri le braccia sotto al traguardo…hai portato a casa la tua 6° maratona….sei un finisher della Maratona di Pisa”.
Queste le parole di uno straordinario Gabriele Passagrilli che ha tagliato il traguardo sotto la Torre Pendente con il tempo di 03:49:56 concludendo la sua sesta maratona. E complimenti anche a un altrettanto straordinaria a Pamela Bauccio, prossima ad entrare nella grande famiglia #iloverun Athletic Terni, che ha concluso la corsa in 04:10:18. E commenta così: “×++195 metri ultimo lungo di questo ricco 2023. Le cose facili e scontate non mi sono mai piaciute e per chi ancora mi chiede “perché” .. metti un paio di scarpe da ginnastica e corri…non vi posso sempre raccontare tutto“.
Uno splendido scenario quello della 24esima edizione della Maratona di Pisa alla quale hanno preso parte 2700 atleti di tutto il mondo. Una splendida giornata di sole, caratterizzata però anche da un freddo pungente, ha fatto da cornice a un’edizione particolare soprattutto per celebrare gli 850 anni della storica Torre Pendente, inaugurata nel 1173. Tutto come da previsioni in campo agonistico con doppietta dei due grandi favoriti della vigilia.
Nella gara maschile dominio assoluto dell’italo marocchino Khalid Jbari, classe 1989, che ha preso la testa della corsa sin dal via facendo subito il vuoto alle sue spalle. Jbari è arrivato al traguardo in scioltezza chiudendo la sua fatica in 02:20:00 non lontano dal suo personale di 02:19:36. Alle sue spalle, per oltre 30 km, l’avversario che gli è rimasto più vicino è stato il 31enne brianzolo Michele Belluschi che poi però ha pagato dazio sul finale venendo scavalcato dalla coppia lombarda composta da Andrea Soffientini e Roberto Patuzzo, che hanno concluso la gara con lo stesso tempo di 02:25:42.
Nessuna sorpresa neanche nella gara femminile vinta con ampio margine dalla britannica Jemima Farley con un discreto 02:36:43. Gara corsa in solitudine la sua, staccando di tre minuti e mezzo l’australiana Melissah Gibson, seconda con 02:40:07. Molto più lontana, anche se sul terzo gradino del podio, l’italiana Federica Moroni, azzurra dell’ultramaratona evergreen classe 1972, che ha chiuso la sua fatica in 02:48:59.