L’Athletic Terni forma i primi due tecnici istruttori Fispes dell’Umbria. Gloria Guerrini e Alessandra Coaccioli hanno ottenuto la qualifica di tecnico istruttore di primo livello dopo il corso al centro di preparazione olimpica Tre Fontane di Roma. Un corso composto da teoria, tecnica, aspetti medici e giuridici. Con Gloria Guerrini nel mezzofondo e Alessandra Coaccioli nei lanci, l’Athletic Terni potrà contare ora su due professioniste qualificate per sviluppare ulteriormente il settore dedicato agli sport con disabilità fisica: dalla pista alla pedana, dagli atleti in carrozzina a quelli con protesi, dagli ipovedenti ai cerebrolesi.
Alessandra Coaccioli è stata compagna di squadra di Assunta Legnante, punta di diamante della nazionale paralimpica di lanci, ai tempi dello Snam Milano prima che l’insorgere di una grave forma di glaucoma le impedisse di partecipare alle Olimpiadi di Atene 2004 e successivamente a Pechino 2008: “Dallo sport ho avuto tanto – racconta Alessandra – è arrivato il momento di restituire qualcosa nella disciplina che più mi appassiona. Avverto il desiderio reale degli atleti con disabilità di fare sport e voglio contribuire ad abbattere le barriere di inclusione sociale. Per me non sarà un’esperienza del tutto nuova. Qualche anno fa con l’Athletic Terni mi ero avvicinata allo sport paralimpico con qualche gaffe e tante imprecisioni. Ma il ruolo di tecnico mi è sempre piaciuto, in qualche modo mi è rimasto dentro. E da quando sono tornata a Terni, un anno fa, ho deciso di riprendere l’attività di allenatore”.
Per Gloria Guerrini, vincitrice a settembre della Stravalnerina insieme al marito Gianfilippo Grillo che ha vinto la gara maschile, è la naturale prosecuzione di un percorso che l’ha portata a prendere la laurea in Medicina e chirurgia: “Ho voluto unire gli studi e la mia passione per la corsa che pratico come atleta da sei anni. Mi piace l’idea di aiutare persone che si sentono escluse e menomate in un contesto dove possono crescere anche dal punto di vista medico. E’ la prima volta che ho a che fare con la disabilità dal punto di vista sportivo, ma utilizzerò l’esperienza maturata sul lavoro. Gli atleti con disabilità possono fare tutto quello che fanno gli atleti senza disabilità. E mi piacerebbe cominciare dai bambini, dalle scuole, da chi nell’ora di educazione fisica viene messo seduto a leggere un libro. Le persone con disabilità vanno inserite, non accantonate. Tutti possono fare sport: ipovedenti, atleti con carrozzina, cerebrolesi. Timori? Nessuno, so come funziona il corpo umano e so che una menomazione fisica non compromette la possibilità di fare sport in chi ha il cuore e i muscoli che funzionano. Oltre a questo voglio dare speranza a chi si sente tagliato fuori per le barriere architettoniche”.