Al traguardo della Verona Run Marathon (manifestazione prevista con Maratona, Mezza maratona e Family run) Leonardo Bonini e Paolo Saccani, rispettivamente 52esimo in classifica generale e 9° categoria SM40 con il tempo di 2h47m15s e 129esimo e 37° categoria SM35 con il tempo di 2h58m40s. A vincere il keniano Samson Kipchirchir Keiyo in 2h14m45s davanti al connazionale Paul Kipkurui Chirchir (2h14m51s) e il britannico Christopher Newnham (2h23m34s). Primo italiano Luca Parisi della Lazio Atletica Leggera, quinto in 2h24m24s. Circa 1400 gli uomini arrivati al traguardo della Maratona su 2186 partecipanti.

La città scaligera ha adottato un trucco spettacolare, quasi cinematografico, per aumentare lo spettacolo sul traguardo all’ombra dell’Arena di Verona. Complice la parziale sovrapposizione della 42 e della 21 chilometri, i traguardi della Maratona e della Mezza, al centro della storica piazza Bra, erano perfettamente affiancati. Così i runner amatoriali della Mezza si sono trovati nella corsia parallela a quella dei mostri sacri al momento del loro arrivo, in primis i keniani Samson Kipchirchir Keiyo e Paul Kipkurui Chirchir, arrivati con appena sei secondi di distacco l’uno dall’altro. Un’istantanea da raccontare agli amici.

Grazie alla particolare scelta del percorso, dopo il ponte di Chievo il serpentone dei quasi 12 mila runner è andato e tornato lungo le due corsie del lungofiume dell’Adige per quasi 11 km: un’autostrada umana che ha offerto un’esperienza rarissima nel panorama delle maratone. Correndo si poteva guardare negli occhi tutti quelli che precedevano e poi, al ritorno, tutti quelli che seguivano. Una sfilata continua di velocità, stili di corsa, sofferenze, sorrisi e lingue diverse con il tabellone delle iscrizioni che segnava 87 nazionalità presenti.

Leonardo Bonini commenta così la sua gara: “La maratona è sempre una gara emozionante, dura, provante, che ti porta a scoprire te stesso ed i tuoi limiti. Ti impone di ragionare ma allo stesso tempo avere quel pizzico di follia per provare ad andare oltre. Domenica avevamo pianificato con il coach un tipo di gara e l’ho rispettata “quasi” alla lettera, provandoci fin dai primi km con passaggi leggermente sotto a quelli prefissati. Il passaggio alla mezza é stato ottimo in 1 ora 22 minuti e 19 secondi. Fino al 30/31° km é andato tutto liscio, poi complice la stanchezza e psicologicamente essere rimasto solo mi ha fatto perdere quei 7/8 secondi al kilometro fisiologici a queli punto. Chiusa la seconda parte sotto l’ora e 25 comunque, bene perché non c’é stato un crollo strutturale, ma ragionato. Percorso non proprio da tempo ma città bellissima, bello l’arrivo sotto l’Arena. Bello avere la mia famiglia ad incitarmi all’arrivo e un compagno speciale come Paolo Saccani con cui ho condiviso buona parte della gara e l’ultimo mese e mezzo di allenamenti. Si chiude la stagione agonistica con questa bella prova e già si pensa alla prossima. Se vuoi correre un miglio, corri un miglio. Se vuoi vivere un’altra vita, corri una maratona”.

Meno entusiasta e con un pizzico di delusione addosso Paolo Saccani: “Volevo provare a fare il mio personale sulla distanza ma forse sono partito un po’ troppo al di sopra delle mie possibilità, la mattina della gara di sentivo bene e ci ho provato. Ma già appena dopo metà gara ne ho pagato il conto ed ho calato il ritmo. Non è andata come volevo ma tutto fa esperienza”.